Quale futuro per le agenzie di viaggio?


Un recente studio di mercato ha evidenziato, come molti altri, il continuo aumento delle agenzie di viaggi in Italia.

Quale futuro per le agenzie di viaggio?

Si parla di circa 10.000 agenzie, anche se altri studi raccontano di numeri persino superiori.
Ovviamente le considerazioni sulle statistiche possono essere molteplici, dalla distribuzione e/o copertura territoriale all’aumento delle affiliazioni ai network, dalle dimensioni medie delle agenzie al delta fra natalità e mortalità; ma, oltre al tema già affrontato della professionalità da riprendere e rivalutare,  c’è un altro argomento da approfondire perché di grande impatto sul futuro delle agenzie di viaggio: la redditività del business.

Non è certo una grande novità che gli ultimi anni siano stati caratterizzati da pressioni sempre più forti sui ricavi dell’intermediazione (riduzione commissioni ed over, solo parzialmente compensate dagli aumenti delle fee sui servizi), da un incremento sconsiderato e destrutturato del numero di agenzie con conseguente riduzione delle quote di mercato disponibili per punto vendita; da un consistente incremento dei costi fissi di struttura (affitti ma anche, grazie governi, pressione fiscale); da una forte pressione sul futuro stesso della categoria, a causa delle evoluzioni dei canali di vendita ed informativi on-line.
Dove ha portato tutto ciò? L’effetto più evidente è l’alto turnover delle agenzie di viaggio, che richiede una duplice analisi: da una parte sulle ragioni delle frequenti chiusure di attività, dall’altro sul costante elevato numero di nuove aperture.

Se c’è poco da stupirsi sulle chiusure, rimane grande la perplessità sulle ragioni del continuo aumento delle nuove agenzie di viaggio a dispetto di tutte le analisi economiche dell’attività che spingerebbero quanto meno ad una forte prudenza, basata su una spiegazione molto semplice: i fattori di pressione di cui sopra hanno innalzato il B.E.P. o punto di pareggio dell’attività (ovvero il volume di affari necessario per chiudere la gestione senza profitti e senza perdite) a livelli non facilmente raggiungibili per un’agenzia di viaggi o almeno non raggiungibili nel breve termine.
E’ quindi evidente che, dopo 2-3 anni di mancati profitti e costanti necessità di rifinanziare l’attività, alcuni imprenditori possano decidere che è il caso di pensare ad altro.
L’unico appunto da muovergli è che magari potevano pensarci prima, perché i numeri e le informazioni per un’accurata analisi economica dell’impresa sono disponibili ormai da diversi anni e siccome la matematica e l’economia gestionale non sono troppo opinabili, un business plan accurato avrebbe sicuramente aiutato a prendere le decisioni giuste fin dall’inizio.
E siccome i numeri sono anche facilmente spiegabili, vi do appuntamento ad un prossimo post per un loro approfondimento.

4 Responses to Quale futuro per le agenzie di viaggio?

  1. Dominga ha detto:

    Buongiorno a Voi, sono un agente di viaggi e svolgo questo lavoro da molti anni. La mia intenzione è quella di aprire, appunto, un’agenzia di viaggi. Tutti noi operatori del settore siamo a conoscenza della difficoltà di lauti guadagni, ma cosa dovremmo fare, lasciare che le nostre capacità vengano buttate al macero? A mio avviso, e non solo, ci sono molte poche garanzie dal punto di vista statale. Lo Stato si è dimenticato che nel settore lavorano migliaia di persone. Non esiste alcuna tutela sia come dipendente sia come imprenditore. Il settore del turismo è stato lasciato a se.. Molte persone che hanno aperto un’agenzia non sapevano nemmeno cosa fosse un computer rovinando così totalmente il mercato. Moltissimi titolari sfruttano al massimo i dipendendi e se solo ci si lamenta per qualsiasi ingiustizia(ad esempio ti si obbliga a far ore di straordinario, ma poi non vengono pagate)si viene licenziati per qualsiasi futile motivo e poi successivamente le ditte non pagano l’ultima busta paga e tfr. Non c’è la cassa integrazione nè mobilità. Potrei andare avanti per ore a raccontare ciò che succede all’interno di agenzie di viaggi. Penso sia normale che dopo 10-15 anni si voglia aprire una propria attività. Peccato per le forti pressioni fiscali e affitti altissimi, guerra tra internet, tour operator ecc. Come dovremmo fare per vivere? Dovremmo lavorare tutti per lo stato o aspettare gli assegni di disoccupazione? Che dite se invece se ci si da fare e ci si rimbocca le maniche?

  2. davide ha detto:

    Cara Dominga,
    Lei ha assolutamente ragione: non c’è tutela verso la categoria, soprattutto perchè la maggior parte delle agenzie sono piccolissime società totalmente fuori controllo.
    La mia personalissima convinzione è che l’agenzia di viaggio in quanto luogo fisico non ha molte possibilità di sopravvivenza se non in pochi soggetti di medie dimensioni o specializzati per mercati geografici, servizi, destinazione, ecc.
    Per chi come Lei ha anni di professionalità alle spalle, continuo a suggerire la molto accurata scelta di una società cui affiliarsi per poter svolgere l’attività di consulente di viaggio home-based, che ha tutta una serie di vantaggi a partire dalla drastica riduzione dei costi fissi.
    Cordialmente

  3. Francesco ha detto:

    cosa ne pensate se come attività futura sviluppassimo la vera agenzia di viaggi on line da casa. non il portale turistico nazionale o internazionale, ma una agenzia di viaggi con un buon sito internet dove il cliente puo’ organizzare il suo viaggio grazie all’ausilio del suo agente di viaggi che pero’ opera dietro un computer, abbattendo tutti i costi legati all’agenzia.!! cosa ne pensate?

  4. davide ha detto:

    Caro Francesco,
    non solo ci abbiamo già pensato, ma lo abbiamo anche già sviluppato.
    Provi a confrontarsi con tsp@bcdtravel.it
    Cordialmente
    Davide Rosi

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