Non credo ci sia granché d’altro da aggiungere, oltre a tutto ciò che è stato già detto in passato.
Fa tristezza vedere lo scollamento, come al solito, delle istituzioni dalla vita reale.
La resa dei conti?
ottobre 2, 2012Iata-BSP: tutto regolare?
settembre 12, 2012On-line e agenzie di viaggio: quale futuro?
agosto 2, 2012Riporto un interessante articolo su uno studio di PhocusWright e Warren Weiss Co che evidenzia il sempre minor ricorso alle agenzie fisiche da parte dei viaggiatori americani.
Puntualizzo fisiche perché ancora una volta si confonde il presidio di un canale con il “mestiere”: le Olta sono agenzie di viaggio, non un’entità astrusa; semplicemente sono iperspecializzate su un canale specifico che è quello dell’on-line.
In ogni caso, rimane una certezza: il mondo cambia e gli agenti di viaggio si devono adeguare, se vogliono sopravvivere. In Italia, visto quello che sta accadendo (ancora più di 12.000 agenzie di viaggi, network senza controllo delle vendite che puntano esclusivamente alla fisicità, nessuna vera realtà di Grande Distribuzione Turistica), direi che siamo ancora parecchio indietro, quanto meno sulla strada della consapevolezza. Sigh.
Intervista ad un albergatore ligure
luglio 19, 2012““Nun sun i cüi chi mancan, sun le palanche”
Eh già….
Turismo alla resa dei conti
luglio 16, 2012Ammettiamolo, la situazione è sempre più difficile.
L’ultima notizia è quella del brusco calo, sia di italiani che di stranieri, negli alberghi, ma è solo uno dei tanti indizi di un’economia turistica in caduta libera.
Possiamo citare il -30% del mercato outgoing, le chiusure settimanali delle agenzie di viaggi (anche storiche, ndr), le perdite dei vettori aerei, la disperazione dei tour operator; ma anche la scarsa occupazione dei ristoranti delle località turistiche (a Sarzana lavorano meno anche quelle trattorie che nel 2009 non si erano neppure accorte della crisi) e persino gli stabilimenti balneari che quest’anno non riescono a vendere tutti gli ombrelloni.
Se poi ci mettiamo, almeno dalle mie parti, che la customer care è tutt’altro che genetica, direi che non ci resta che piangere.